Anche i nonni vanno in classe. Non certo per riprendere gli studi elementari, ma per raccontare la vita ai bambini e creare legami intergenerazionali. L’iniziativa è racchiusa nel progetto Nonni in classe andata in onda nel suo primo appuntamento giovedì alla scuola elementare Dal Pont di Quartier Cadore e ideata dall’associazione BellunoLaNotte con il sostegno della Fondazione Cariverona. Il progetto nasce da un’attenta analisi sociale rivolta in particolar modo a due situazioni di fragilità e bisogno: da un lato i minori presi nella loro fase più delicata di educazione, ossia le classi elementari. Dall’altro il rapporto con gli anziani, una categoria alle volte trascurata, che invece è in grado di dare moltissimo alla società, soprattutto in termini educativi nei confronti dei più giovani.
Stefano Casagrande dell’associazione Bellunolanotte racconta: «Il motivo per cui l’anziano indosserà la veste del nonno è perché la relazione nonni-nipoti, per la sua valenza affettiva ed educativa, contribuisce fortemente alla crescita e allo sviluppo dei bambini, in quanto è un periodo della vita quasi magico in cui entrambi provano felicità nello stare insieme: i nonni nel darsi e concedersi tempo, quel tempo che magari non hanno potuto dare ai loro figli e i nipoti nel godersi l’affetto, l’attenzione e la cura dei nonni. La loro è una relazione speciale che i bambini fissano nella loro memoria affettiva e che ricorderanno anche quando saranno adulti».
LEZIONE CIVICA
Nonni in classe ha l’obiettivo principale di fornire un servizio di educazione civica nei confronti dei minori, erogato appunto dagli anziani nella loro veste di nonni. La collaborazione è con l’Università degli Anziani di Belluno che ha individuato alcuni suoi iscritti tra i corsisti della Facoltà e per quanto riguarda i bambini, l’Istituto Comprensivo Tina Merlin di Belluno, con una prima elementare della scuola Primaria Dal Pont. Il percorso si basa sull’incontro e scambio di esperienze fra nonni e bambini e quindi sul confronto intergenerazionale. Il percorso si struttura in un appuntamento settimanale da febbraio a maggio.
VIAGGIO NEL PASSATO
Sarà una preziosa occasione per far conoscere ai bambini aspetti della vita del passato, come le fiabe, i miti, le leggende, i canti, i proverbi, le filastrocche, gli antichi mestieri, il cibo, l’abbigliamento, le forme di divertimento. Quello che si faceva a Belluno una volta. «Questo progetto parte dall’analisi dei bisogni di due categorie spiega il presidente di BellunoLaNotte, Stefano Casagrande -: i bambini e gli anziani. Possono queste due categorie interagire? È possibile creare un ponte tra questi due mondi così apparentemente distanti? Dunque da un lato il bisogno sempre più crescente dei giovanissimi di avere dei modelli educativi, dall’altro lato la terza età e l’inserimento nella società e nel territorio mediante l’attività sociale prosegue Casagrande -, per ritrovare fiducia nelle proprie capacità intellettuali, ridefinendo il proprio ruolo».
C’ERA UNA VOLTA
Ecco che il bagaglio di esperienze, di conoscenze, che gli anziani hanno accumulato possono essere un faro anche per quei bimbi che i nonni non li hanno mai conosciuti. Il tutto attraverso il racconto, il gioco, il canto, il ripercorrere la storia e le differenze del quartiere in cui hanno vissuto e ora vedono trasformato, trasmettendo loro quei valori di una volta che la società moderna ha tanto bisogno di recuperare. Bellunolanotte a partire dal 2019 ha ampliato molto la propria attività associativa, portandola anche in altri settori del sociale e dando vita ad piccola seconda sede in Friuli. Un percorso di crescita che passa attraverso il sociale, la promozione del territorio, la creazione di reti tra terzo settore e mondo dell’impresa, fino alla cultura, alla musica e alla rigenerazione urbana.
Federica Fant